Tanti amici, tante esperienze e tanto soli?
Una volta era normale l’idea di appartenere. Appartenere ad un paesino, alla tua mega-famiglia dove crescevi tra cugini e fratelli rompiballe, ad una cerchia di amici, ad un partito. E ora?
Ciao!
Benvenuto nella terza newsletter del Life Design Program. Il tema di oggi è quella che ultimamente viene chiamata “The Loneliness Economy”.
Fin dall’alba dei tempi noi esseri umani ci siamo abituati a vivere in un gruppo, in una comunità. Per difenderci, per lavorare, per condividere le vittorie e le sconfitte, sempre in compagnia. Un tempo le famiglie erano molto grandi e la solitudine era quasi sconosciuta, perché più si era e più ci si aiutava.
Chi viveva in un paese vedeva sempre le stesse facce. Facce che sapevano un po’ tutto di te: se fumavi una sigaretta, tuo padre lo sapeva dopo pochi minuti. Se volevi conoscere qualcuno di diverso, in bocca al lupo! Dovevi prendere la corriera, poi il treno, partecipare ad attività varie, presentarti in giro. Se eri timido, in bocca al lupo numero 2.
E poi è arrivato internet. Sono arrivati i forum, i social e nuovi mondi virtuali.
Io ricordo questo forum di appassionati di natura e fantasy dove ho pensato per la prima volta “ah, hai visto? non sono la sola ad amare queste cose!”, mentre le persone che conoscevo intorno a me pensavano a tutt’altro.
Poi tutto questo, con social media, app di incontri e così via, si è incredibilmente amplificato. Ci sono milioni di persone ad uno swipe di distanza e se voglio conoscere un appassionato di fantasy e natura oggi non devo più prendere nessun treno, mi basta avere una connessione a internet e qualche app sul telefono.
Ma siamo davvero meno soli?
Nel 2023 la solitudine è uno dei più importanti problemi per la nostra generazione: siamo sempre più connessi ma sempre più soli.
Negli USA, il 60% dei giovani sostiene di sentirsi solo. E ci vergogniamo di parlare di questo problema, probabilmente perché ci sentiamo un po’ sfigati a dire che ci sentiamo soli e nel frattempo abbiamo 10.000 followers su Instagram.
Il mercato delle app e dei servizi ha capito questo problema/bisogno, ed è per questo che pian piano esistono sempre più app che puntano a far incontrare le persone (le mie preferite sono Zonzers, per chi ama la natura, e ComeHome per gli eventi).
Una volta era normale l’idea di appartenere. Appartenere ad un paesino, alla tua mega-famiglia dove crescevi tra cugini e fratelli rompiballe, ad una cerchia di amici, ad un partito, ad un gruppo religioso.
E’ sbagliato a mio parere però dare solo la “colpa” ai social, perché tutto questo è stato anche una conseguenza del cambio del mondo (e delle modalità) del lavoro.
Oggi quanti dopo gli studi possono rimanere a vivere e lavorare nel proprio paesino? Chi è che lavora così “poco” da potersi permettere del tempo libero dopo aver staccato e potersi dedicare ad attività impegnative come quelle politiche e sociali?
A che pro, poi? Chi mette su una famiglia con 3 figli? (o può permettersi di farlo?). Che già uno costa tanto per gli stipendi medi. Chi è che vive e lavora ancora nella città dove è nato? E magari non cambia posto e azienda ogni 2-3 anni, tra l’estero e l’Italia? E bisogna stare sempre un po’ sul pezzo, tra ruolo nuovo, skills nuove, aziende nuove e nuovi giri.
Come si fa a creare un senso di comunità e di appartenenza a lungo termine se c’è sempre un cambiamento necessario? Sicuramente al paesino ci si annoia di più che vivere a Londra, Malta, New York, Milano, Roma e così via… cambiando ogni 3 anni posto, lavoro e giro di amici. Poi magari si torna al paese raccontando le mille avventure agli amici storici che sì e no fanno qualche lavoretto e che ci sembrano noiosi e un po’ sfigati perché a loro basta lavorare e passare le serate al solito baretto.
I social e la rete ci hanno aperto una finestra su tutte le possibilità e i posti del mondo e noi non vorremmo sceglierne solo uno perché sceglierne uno significa rinunciare a tutti gli altri. Ma forse sceglierne tanti, troppi, significa non focalizzarsi mai su qualcosa a lungo termine: che sia un giro di amici, una persona che amiamo, la famiglia. E qui poi viene fuori anche il problema degli anziani sempre più soli, soprattutto nelle grandi città.
Naturalmente non c’è una soluzione unica, giusta o sbagliata, ma se abbiamo tutto e conosciamo tutti, e poi non abbiamo qualcosa di concreto e semplice a lungo termine, cos’è davvero importante per noi? Impariamo a trovare quel concetto di enough in ogni senso. Perché se lavori in una grande e scintillante azienda e guadagni 80k all’anno, ma ti senti solo, non è comunque bello e ti fa male.
Il futuro?
Usare tutto questo per uscire e concentrarci sul lungo termine. App per conoscere persone, app per lavorare. Tuttavia, le parole chiave sono: impegno, costanza, auto-analisi, gratitudine e ancora, impegno.
3 cose da non perdere
Un bel Libro interessante : “La solitudine del cittadino globale“, un saggio di Bauman pieno di riflessioni sulle glorie della nuova era globale.
Un Gran bell’album musicale:
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Il 16 Gennaio 2024 partirà la #5 edizione del Life Design Program. Se ti interessa partecipare qui trovi tutte le informazioni sul programma e su come candidarti.
Se vuoi approfondire un po' il Life Design Program con un video, ti lascio questa recente intervista a cui Davide ha partecipato di recente.
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Giulia di Life Design Program